Bolt: 50 milioni per far crescere l'anti-Uber europea

La banca europea per gli investimenti accredita a Bolt 50 milioni di euro per sviluppare le proprie tecnologie per la mobilità urbana e il food delivery: anti-Uber cercasi, l'Europa ci crede.
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La banca europea per gli investimenti accredita a Bolt 50 milioni di euro per sviluppare le proprie tecnologie per la mobilità urbana e il food delivery: anti-Uber cercasi, l'Europa ci crede.

50 milioni di investimenti europei e l’alter-ego di Uber diventa qualcosa di più di un semplice anti-Uber. In quell’Europa che più di una volta ha cercato un anti-Google o un anti-Facebook senza mai riuscire a mettere insieme fondi, obiettivi e sforzi, nel campo della mobilità sembra voler tentare con incisività di percorrere una strada propria cavalcando i mezzi dell’estone Bolt .

Bolt da alcune ore ha al proprio attivo 50 milioni di euro di investimento accreditati dalla European Investment Bank (la cosiddetta “BEI”) a supporto degli sforzi in ricerca e sviluppo del gruppo. Con questo denaro Bolt intende migliorare le proprie tecnologie in campo ride-hailing, nonché sviluppare quel campo di food delivery che già Uber ha esplorato per estendere il perimetro della propria azione.

Così Paolo Gentiloni , Commissario Europeo per l’Economia:

L’Estonia è in prima fila nella trasformazione digitale dell’Europa. Sono orgoglioso che l’Europa, attraverso il proprio Investment Plan, supporti la trategia di ricerca e sviluppo dell’estone Bolt per creare servizi innovativi e sicuri che miglioreranno la mobilità urbana.

Bolt, lanciata nel 2013, attualmente conta circa 30 milioni di utenti in 35 paesi (sparsi in tutto il mondo e concentrati soprattutto in Europa e Africa: assente, al momento, l’Italia). La sua offerta si divide in “Ride“, “Drive“, “Fleet“, “Business” e “Food“. Nella descrizione dell’investimento offerta dalla BEI è chiaro come tramite questo denaro si auspichi la riuscita di qualcosa che ad oggi a Uber ancora non è riuscito: rendere sicuro e sostenibile un servizio del quale si riconosce la bontà, ma non ancora i risultati. Bolt vuole essere l’Uber che ce la fa , vuole crescere per imporsi, vuole migliorare per poter recitare davvero un ruolo primario nella mobilità del futuro. Tutto ciò garantendo pari efficienza operativa rispetto al concorrente americano, ma recitando un ruolo di primo piano nel rispetto dei diritti dei lavoratori: raggiunto questo obiettivo, la strada sarà spianata.

L’Europa, che in questa idea crede, vorrebbe da parte sua un attore europeo in questo ruolo. Di qui la scelta di investire in Bolt ed in un atto di fiducia sul fatto che la condivisione può essere il paradigma primo dell’innovazione nel settore.

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17 01 2020
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