Coronavirus: effetti disastrosi nel settore dell’automotive

L’epidemia da Coronavirus sta letteralmente distruggendo il mercato mondiale in diversi settori, e quello dell’automotive non è da meno. Con oltre 75 Paesi di tutto il mondo che lottano contro il nuovo virus, l’economia di molti di essi ne sta venendo profondamente danneggiata.

Il fenomeno però non è circoscritto solo alla Cina da cui sembra essere partito il virus; le ripercussioni si osservano in tutto il mondo, America compresa. Anche l’Italia ne è stata profondamente colpita, con un numero elevato di contagi, rigide disposizioni per contrastare l’arginare del fenomeno ed un’economia che vede piegati imprenditori ed aziende: dal privato al pubblico, tutti stanno subendo un duro colpo.

A tal proposito, l’agenzia delle Nazioni Unite (Unctad), che tratta di ricerche sul commercio, sull’imprenditoria, sullo sviluppo e finanza, ha effettuato un singolare studio a riguardo, molto importante per quello che ne è derivato.

Blocchi e perdite ingenti a causa Coronavirus

Il primo dato da cui Unctad è partita riguarda proprio il mercato delle esportazioni cinesi di parti e componenti per la realizzazione di tutti gli articoli tecnologici, automobilistici (e non solo), che hanno subito, nel solo mese di febbraio, un deficit del 2% sulla base annua. E il prezzo è stato pagato anche dalle fabbriche degli altri Paesi che hanno stabilimenti in Cina o rapporti commerciali con l’Oriente, con conseguenti perdite di oltre 50 miliardi di Euro.

Pamela Coke-Hamilton, direttore della divisione del commercio internazionale dell’Unctad, ha affermato:

L’indagine parte da un primo grande dato: le esportazioni cinesi di parti e componenti vitali per la realizzazione di prodotti manufatturieri, automobili e dispositivi tecnologici su tutti, a febbraio hanno registrato una contrazione del 2% su base annua, con un “prezzo” pagato dalle industrie degli altri Paesi che si affidano alla Cina per le loro rispettive produzioni di oltre 50 miliardi di euro .

“C’è un effetto a catena in tutta l’economia globale sulla base nelle esportazioni in tutto il mondo. E la suddetta cifra è preliminare e può essere considerata una ‘tima “prudente'”.

L’Europa economicamente piegata

I Paesi che stanno riscontrando una problematica maggiore a causa della terribile situazione di stallo in cui si trova coinvolto mezzo mondo, sono quelli dell’Unione Europea. Più di 15,6 miliardi di Euro perduti, seguiti da 5,8 per gli USA e 5,2 per il Giappone. Anche Corea del Sud, Taiwan e Vietnam ne sono uscite fortemente colpite, con oltre – rispettivamente, contrazioni di 3,8, 2,7 e 2,3 miliardi perduti.

Alessandro Nicita, economista dell’agenzia governativa, spiega a riguardo:

“L’impatto sull’industria automobilistica nell’Unione Europea è di circa 2,5 miliardi di euro“.

Ha aggiunto poi che i produttori nel lungo periodo dovrebbero spostarsi per poter diversificare i fornitori , identificandone di nuovi.

Intanto ci si domanda quando finirà tutto ciò, e quando (e se) assisteremo mai ad una ripresa. Quali saranno gli scenari che si prefigureranno e se l’economia cinese riuscirà a riprendere le grandi perdite subite nelle settimane scorse. Se non si argina il fenomeno presto, tali livelli potranno diventare inevitabilmente compromessi per sempre.

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08 03 2020
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