Fase 2: il prezzo del petrolio sta lentamente risalendo

Con l’avvento della Fase 2 e del graduale ritorno alla normalità, aumenta nuovamente il prezzo dei carburanti , che era lentamente diminuito durante il periodo di quarantena obbligatoria che abbiamo vissuto. In Italia non si è mai assistito ad un crollo proporsi ale del costo del petrolio, tuttavia la diminuzione c’è stata, ed anche evidente.

Fase 2: a quanto ammontava il prezzo del carburante?

Stando a quanto emerge dagli ultimi dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, i prezzi per il diesel e per la benzina, al 18 aprile, si attestavano rispettivamente sui 1,245 euro e sui 1,366 euro a litro.

L’aumento dei costi del carburante non fa piacere a nessuno, ma d’altronde era anche evidente prevedere un aumento dei prezzi in rapida ascesa post lockdown. A tutela degli automobilisti è intervenuta anche l’Unione Nazionale dei Consumatori, la quale ha affermato in una nota recentemente pubblicata:

La situazione è inaccettabile, si è aspettata proprio la fine del lockdown per tornare a vedere il prezzo dei carburanti in crescita. Guarda caso, si è attuato un calo dei costi mentre gli italiani non avevano la possibilità di muoversi, mentre ora che tutti sono tornati al lavoro il trend si è invertito. Per ora il cambiamento è minimo, ma non possiamo nascondere di avere paura che ben presto la situazione possa diventare ancora più insostenibile.

Nuove polemiche relative al prezzo del petrolio

Di fatto, con i prezzi del petrolio e dei carburanti venduti al dettaglio ridotti all’osso, perché non abbiamo assistito anche noi ad un drastico taglio al costo finale della benzina o del diesel?

Il motivo è presto detto: le ingenti accise e le tasse che attanagliano il prezzo finale del carburante non sono ovviamente sparite nel lungo periodo di fermo mondiale che abbiamo affrontato; di conseguenza, se ci calcola un prezzo medio di 1,362 euro al litro per la benzina (stando ai dati forniti dal Ministero), le accise sono pari a ben 0,728 euro, mentre l’IVA è a 0,245 euro. Parliamo di un costo totale relativo al classico carburante delle tasse del 71% sul prezzo finale che paga l’utente (per il gasolio si parla di “solo” il 63% di accise). Praticamente fare benzina equivale a pagare le tasse, e in parte, il mezzo di sostentamento del veicolo.

Stando a quanto consegue, seppur il petrolio sia sceso al minimo, noi non ne abbiamo potuto usufruire , nemmeno in quarantena.

Ovviamente le polemiche non mancano e sembra quasi che la soluzione a questo ingarbugliato dilemma sia proprio la mobilità ecosostenibile, elettrico o GPL e metano. Non a caso il Governo ha stanziato un cospicuo fondo di incentivi statali per l’acquisto di veicoli BEV, ibridi o Plug-In.

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27 05 2020
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