Coronavirus: come viaggiare, come evitare rischi di contagio

Come viaggiare ai tempi del Coronavirus? Meglio evitare mezzi pubblici, car sharing, car pooling e taxi, scegliendo preferibilmente l'auto privata e gli spostamenti, quando essenziali, in solitaria.
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Come viaggiare ai tempi del Coronavirus? Meglio evitare mezzi pubblici, car sharing, car pooling e taxi, scegliendo preferibilmente l'auto privata e gli spostamenti, quando essenziali, in solitaria.

Come conviene viaggiare ai tempi del Coronavirus? Meglio scegliere l’auto, il taxi, il mezzo pubblico, il car sharing o cos’altro? Quali sono le reali situazioni a rischio contagio e come bisogna comportarsi durante gli spostamenti? Facciamo il punto su questa questione in un momento tanto delicato per la salute pubblica.

Regola numero 1: meglio stare a casa

Occorre essere netti, sinceri e schietti su questo punto, correndo il rischio di essere banali in tutta la serietà di questa precauzione: il consiglio è quello di rimanere a casa, presso la propria abitazione, limitando in modo estremo ogni qualsivoglia spostamento . Una misura estrema, ma temporanea e di fondamentale utilità. Prima di chiedersi come viaggiare, insomma, bisogna interrogarsi sull’opportunità di farlo e sulla possibilità di rimanere invece presso la propria abitazione impegnando il tempo in altri modi. Questione di responsabilità sociale e di salute pubblica: ognuno di noi è un agente patogeno in questo fragile equilibrio, dunque occorre agire responsabilmente per il bene della collettività, dei propri cari e di sé stessi.

Tuttavia sono molte le situazioni che possono portarci fuori casa: il semplice approvvigionamento di alimentari e medicinali, nonché altri beni di prima necessità: in questi casi si consiglia di limitare le uscite e aumentare i quantitativi, oppure di avvalersi degli acquisti online ormai disponibili in gran parte del paese anche in tempi molto brevi.

Va ricordato come il rischio di contagio aumenti considerevolmente quando le persone stanno a distanze ravvicinate per un tempo prolungato : nella stessa stanza o nella stessa vettura, poco cambia.

In auto

L’auto privata per un viaggio solitario è un ambiente del tutto sicuro. Lo è perché non si crea promiscuità, non c’è assembramento, non c’è possibilità di contatto: si è soli con sé stessi e questo è quanto basta. Trasportare altre persone è invece qualcosa che occorre preferibilmente evitare , poiché la convivenza nello stesso ambiente diventa automaticamente un contesto molto fertile per il passaggio del virus. Se viaggiare con la propria famiglia non è un problema (poiché son le stesse persone con le quali si condivide l’ambiente domestico, quindi non si alza in alcun modo un rischio già scontato), viaggiare con persone terze è invece fortemente sconsigliabile.

In queste settimane si fanno largo le ipotesi di installazione di filtri aggiuntivi sulle vetture, così da salvaguardare l’ambiente dal Coronavirus, ma la scienza dice qualcosa di fortemente differente. Il contagio, infatti, avviene per contatto ed è più pericoloso se si è vicini a persone al di fuori della propria tradizionale cerchia sociale, quindi è fondamentalmente sbagliato pensare che il virus sia “nell’aria”. Nessun filtro è realmente utile, né alcun filtro sarebbe così raffinato da bloccare le minuscole particelle di un virus in un sistema di riciclo interno dell’aria . Inutile investire in filtri in questo contesto, quindi: i filtri possono bloccare lo smog e altri elementi (rivelandosi molto utili in tal senso), ma non un virus.

Meglio sane precauzioni low cost, quindi: lavarsi le mani, limitare i contatti a cui un trasferimento in auto potrebbe costringere (parcheggi, corridoi di smistamento e altre situazioni simili).

Inutile guidare con la mascherina, ovviamente: la mascherina non è una tutela per sé, ma per gli altri. Va indossata soltanto nel caso in cui si abbiano sintomi che possano mettere a rischio altrui persone. Meglio concentrarsi sulla sicurezza nella guida, insomma, che non sul virus: l’auto è una protezione più che sufficiente, rivelandosi anzi il migliore degli ambienti entro cui stare in tranquillità, con la musica nell’aria per dimenticare i momenti grigi che l’isolazionismo degli individui sta portando al di fuori. Le strade sono più sgombre e viaggiare può essere piacevole, ma può anche essere un tranello da evitare: restiamo a casa, quando possibile. Investiamo in smart working e tempo in famiglia. A breve la vita tornerà normale e l’auto sarà, come sempre, uno strumento di fuga verso la libertà, il tempo libero, la serenità.

I mezzi pubblici

La semplice statistica dice che le possibilità di contagio sui mezzi pubblici siano sei volte superiori rispetto ad altre situazioni. Il motivo è presto detto: si crea assembramento, si crea promiscuità in spazi stretti, si costringono le persone a respirare la stessa aria ed appoggiarsi alle stesse maniglie per tempi non compatibili con quelli dell’annullamento del rischio. Il mezzo pubblico, in funzione del forte via vai delle persone, è dunque un ambiente a forte rischio: inutile appellarsi alla chiusura poiché comporterebbe seri problemi a troppe persone, ma è saggio appellarsi al buon senso dei singoli nell’evitare viaggi non strettamente necessari.

Meglio evitare metropolitane e pullman, insomma. E quando se ne è costretti, attenersi alle norme igieniche ampiamente diffuse: pulirsi spesso le mani con un igienizzante, evitare di portare le mani al viso, evitare contatti, stare a distanza di sicurezza dagli altri.

Car sharing, car pooling, taxi

In un momento nel quale il consiglio è quello di evitare assembramenti e tenere le distanze da altrui persone, evitando altresì i contatti, occorre ragionare per bene le diverse situazioni che si vanno a incrociare poiché ognuna ha elementi specifici da tenere in considerazione.

Quando si fa leva sul car sharing , ad esempio, occorre tenere in considerazione che la medesima vettura può essere stata usata pochi minuti prima da altri utenti, potenzialmente contagiati. I servizi di car sharing attivi sul territorio stanno probabilmente adottando misure extra di pulizia, ma la sanificazione completa ad ogni singolo viaggio è ovviamente qualcosa di non ipotizzabile. Il consiglio è dunque quello di attenersi a misure igieniche di buon senso, ripulendo adeguatamente le superfici di contatto (volante, cambio), limitando il tempo sulla vettura, lavandosi le mani con un disinfettante quando si esce. La pulizia delle mani anche prima di iniziare la guida sarebbe buona pratica, nel rispetto di chi verrà poi. Sharing è condivisione, condivisione è comunità, comunità è rispetto reciproco.

Con il car pooling la situazione è più complessa e il consiglio è quello di evitarlo del tutto in questa fase. Non si hanno garanzie sui compagni di viaggio e ogni misura di contenimento che si volesse adottare non sarebbe mai sufficiente ad annullare il rischio. Non ci sono compromessi utili insomma: meglio evitare questa soluzione e cercarne di alternative.

Il discorso relativo ai taxi è simile a quello del car pooling, ma parzialmente limitato dal fatto che la persona alla guida è un professionista che, in caso di sintomi, dovrebbe autonomamente astenersi dal lavoro. Valutazione sufficiente per sottovalutare il rischio di un viaggio in taxi? Forse no. Tuttavia, mantenendo una distanza di sicurezza e limitando la lunghezza degli spostamenti, il taxi è in questa fase preferibile tanto al car sharing quanto al car pooling.

In caso di problemi di salute

Nel caso in cui si abbiano problemi di salute, occorre assolutamente evitare di mettersi in viaggio , con qualunque mezzo. Data la particolare situazione di urgenza, anzi, in caso di problemi si consiglia di contattare l’apposito numero di telefono per chiedere informazioni, sapendo che ci sono strutture ad hoc che possono portare a domicilio tutta l’assistenza necessaria.

Il numero di telefono principale istituito dal Ministero della Salute per informazioni è il 1500, ma su questa pagina sono disponibili tutti i numeri regionali a cui potersi rivolgere per esigenze più specifiche. Meglio una telefonata, insomma, poiché presentarsi al Pronto Soccorso con i sintomi in essere può essere cosa pericolosa per tutti coloro i quali si incrociano nella sala d’aspetto, durante il triage e in corsia.

Viaggiare in zona rossa

Dalle zone rosse non si può uscire e non vi si può entrare, se non attraverso specifiche procedure di autorizzazione e adottando speciali misure di sicurezza. Ci si può invece muovere all’interno delle zone rosse, pur se restando fedeli alle precauzioni indicate dalle autorità sanitarie.

Le regole per gli spostamenti da e verso le zone rosse sono riassunti in questo approfondimento .

Frontiere

Dato l’estendersi dell’epidemia e i timori pandemici che stanno permeando in tutto il mondo, molte tratte sono ormai limitate e anche varcare la frontiera a volte può essere cosa problematica. Abbiamo riassunto la questione in questo report , ma la situazione è in continua evoluzione. Si consiglia pertanto di chiedere delucidazioni alle autorità competenti prima di mettersi in viaggio.

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05 03 2020
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