Auto con cambio automatico: quali sono e come funziona

Il cambio automatico si è rapidamente diffuso negli ultimi anni e garantisce un minor stress alla guida in condizioni di traffico. Vediamo quali sono le differenti tipologie ed il suo funzionamento.
Il cambio automatico si è rapidamente diffuso negli ultimi anni e garantisce un minor stress alla guida in condizioni di traffico. Vediamo quali sono le differenti tipologie ed il suo funzionamento.

In passato la maggior parte delle vetture era dotata del cambio manuale e quei pochi automobilisti che invece preferivano utilizzare il cambio automatico venivano visti con scetticismo ed additati come guidatori inesperti. Questa soluzione tecnologica ha tuttavia preso piede, grazie anche all’introduzione di sistemi sempre più raffinati, ed oggi non è raro trovare un numero sempre maggiore di vetture dotate di cambio automatico.

Cambio automatico: come funziona

A differenza delle vetture dotate di cambio manuale, che si caratterizzano per la presenza del pedale della frizione e per la necessità dell’intervento del conducente per selezionare la marcia desiderata, il cambio automatico compie questa operazione senza l’intervento del guidatore.

Il tipo più diffuso di cambio automatico è quello a rotismi epicicloidali. Questo è solitamente costituito da un convertitore di coppia, dall’attuatore e dal cambio a rotismi epicicloidali.

Il primo è un dispositivo posizionato tra il motore ed il cambio, sostituisce la frizione e produce una variazione della coppia alle basse velocità e durante le accelerazioni.

Il secondo è costituito da un sistema idraulico in cui un fluido in pressione giunge da una pompa azionata dall’albero di ingresso e qui viene regolato da un sistema di valvole premute da molle. Il sistema di valvole elabora la pressione della pompa e la pressione di un rivelatore centrifugo per determinare il rapporto da inserire. La differenza di pressione tra due cavità determina l’apertura o la chiusura di una valvola di comando, consentendo o meno il passaggio del fluido che aziona gli attuatori di frizioni e freni. In molti cambi moderni è un microprocessore ad azionare le valvole con l’aiuto di attuatori elettromeccanici.

Il terzo, infine, costituisce la parte principale di un cambio automatico. Il rapporto di trasmissione è determinato da un sistema di freni e frizioni che agiscono su sistemi epicicloidali.

Le auto dotate di cambio automatico regalano un comfort di guida maggiore rispetto a quelle con cambio manuale data la mancanza del pedale della frizione. Per guidare correttamente questa tipologia di vetture sarà necessario utilizzare esclusivamente il piede destro per accelerare e frenare, mentre si potrà far riposare il piede sinistro.

Cambio automatico: lettere

Il cambio automatico non presenta i numeri per indicare le marce, così come avviene sul cambio manuale, ma alcune lettere . Vediamo il loro significato.

  • D: indica la posizione drive e serve ad azionare la trasmissione per avviare la marcia della vettura;
  • R: indica la retromarcia e può essere inserita solo quando l’auto è ferma;
  • P: indica la posizione da adottare quando si parcheggia l’auto. Questa blocca l’albero di trasmissione e le ruote. Per passare da P a D o R è necessario premere il freno;
  • S: su alcuni modelli è presente questa lettera che indica il cambio marcia ad un numero di giri maggiore così da migliorare le performance al volante;
  • N: indica la posizione neutral, cioè la folle. Per passare da N a D o R è necessario premere il freno.

Cambio sequenziale

Una variante del cambio automatico è il cambio sequenziale . Questo consente al guidatore di selezionare le marce per l’appunto in sequenza, passando da un rapporto all’altro tramite la leva del cambio o le palette al volante.

Il cambio sequenziale non presenta uno schema predefinito, come invece avviene per il cambio manuale, ma offre una leva che può essere azionata in due direzioni , in alto e in basso, per salire o scendere di marcia.

In alcuni casi sono presenti due palette poste dietro lo sterzo tramite le quali il guidatore può imporsi sull’elettronica della vettura e decidere la marcia che preferisce inserire. Con le palette al volante si scalerà marcia utilizzando il comando posto alla sinistra e caratterizzato dal segno – mentre per salire di marcia si dovrà utilizzare il comando destro caratterizzato dal segno +.

Il cambio sequenziale presenta dispositivi elettronici di protezione per impedire al conducente di portare il motore a un numero di giri troppo alto o troppo basso con cambiate sbagliate.

Uno dei vantaggi di questa tecnologia è proprio quello di far decidere al conducente quale marcia utilizzare così da mantenere il motore al corretto numero di giri. Oggi il cambio sequenziale è praticamente lo standard sulle vetture sportive grazie alla presenza di sistemi che riducono in millisecondi il tempo di cambiata tra una marcia e l’altra.

Cambio a variazione continua

Questo tipo di cambio, abbreviato in CVT, è il cambio automatico della Toyota. Il suo vantaggio principale è quello di permettere un gran risparmio di carburante.

Il cambio a variazione permette al motore di funzionare sempre al regime di coppia massima, tramite una cinghia che avvolge una coppia di pulegge. Sulla base del numero di giri del motore, le pulegge si spostano e varia il diametro della cinghia.

In questo modo il motore può sempre girare a coppia massima e questo permette il risparmio di carburante.

Cambio robotizzato

Alternativa valida al cambio automatico è il cambio robotizzato . Il funzionamento di questo dispositivo prevede l’intervento della centralina per azionare la frizione e innestare le marce dopo averle eventualmente selezionate. Questo tipo di cambio è presente sulle BMW e, di solito, si trova sulle auto più sportive della casa automobilista tedesca, visto che permette di cambiare rapidamente marcia.

Sono due le modalità di funzionamento del cambio robotizzato. La prima è totalmente automatica ed il guidatore si affida alla centralina per cambiare rapporto, mentre la seconda è manuale e riprende quanto visto in precedenza con il cambio sequenziale. In questo caso sarà il conducente, tramite la leva posta sul tunnel centrale o i comandi al volante, a decidere quale marcia inserire.

La centralina in ogni caso interviene per attivare degli attuatori elettrici o idraulici che provvedono al distacco della frizione, al passaggio da una marcia all’altra e al ricollegamento della frizione.

La centralina dedicata alla trasmissione, inoltre, invia anche un segnale alla centralina motore per favorire la cambiata facendo diminuire per un breve periodo di tempo la coppia motrice ed adeguando i giri motore al rapporto che si andrà ad inserire.

Uno dei vantaggi offerti dal cambio robotizzato è il maggior comfort di guida offerto rispetto ad un cambio manuale vista l’assenza del pedale della frizione , mentre paragonandolo ad altri tipi di cambio automatico, quello robotizzato è più economico poiché più semplice e più simile nella meccanica ad un cambio tradizionale.

Cambio automatico a doppia frizione

Il tipo di cambio automatico più moderno è di sicuro quello a doppia frizione.

Le due frizioni montate hanno due ruoli diversi. Una viene utilizzata per la gestione dei rapporti pari, l’altra per quelli dispari, ed entrambe le frizioni sono collegate a due alberi di trasmissione diversi che ruotano contemporaneamente.

I rapporti vengono ingranati a due a due però la coppia viene inviata solo a quello selezionato, pari o dispari. Il vantaggio principale di questo tipo di cambio è dato dalla rapidità con la quale viene innestata la marcia, che non può essere paragonata con quella del cambio manuale.

Inoltre, quando la marcia è più lenta, il comfort di guida è maggiore visto che non si avverte il passaggio da una marcia all’altra.

Cambio automatico: neopatentati

Esame patente b

Quando si parla di auto per neopatentati la prima cosa che viene in mente sono i limiti imposti dal Codice della Strada per questa tipologia di automobilisti.

I neopatentati, infatti, nel primo anno dal conseguimento della licenza di guida non potranno condurre vetture con un rapporto peso potenza non superiore a 55 kW/t, mentre per i primi tre anni non potranno superare i 100 km/h in autostrada e i 90 km/h sulle strade extraurbane.

Questi limiti sono stati introdotti per consentire ai neopatentati di prendere confidenza con la guida in strada nei primi anni dal conseguimento della patente, così da evitare rischi inutili dovuti alla mancanza di esperienza.

Le vetture dedicate ai neopatentati presenti in commercio sono numerose e sono dotate sia di cambio manuale che automatico . Quale dei due è preferibile scegliere? La risposta è soggettiva.

Se da un lato è vero che il cambio manuale comporta, all’inizio, una maggior “complessità” nell’utilizzo dato che sarà il conducente a premere la frizione ed a decidere il rapporto da inserire in relazione al numero dei giri motori, dall’altro è altrettanto vero che una vettura dotata di cambio automatico sarà più semplice da condurre da parte di un neopatentato proprio perché sarà la centralina dedicata a compiere tutte le operazioni di cambio marcia.

Nella valutazione dell’acquisto di una vettura per neopatentati dotata di cambio automatico, tuttavia, può incidere il prezzo di acquisto superiore rispetto ad un modello identico munito di cambio manuale.

In genere la differenza è di 1.000 euro, pertanto bisognerà capire se la vettura con potenza adeguata per un neopatentato dovrà essere mantenuta per un periodo di tempo importante o meno così da capire se l’investimento iniziale per l’aggiunta del cambio automatico valga la spesa o meno.

Cambio automatico: manutenzione

La presenza del cambio automatico su una vettura comporta una manutenzione più attenta da parte del proprietario del veicolo rispetto ad un modello analogo dotato di cambio manuale.

Il cambio automatico richiede una specifica manutenzione al fine di prolungare la vita del componente. Ad esclusione dei cambi robotizzati, in tutte le tipologie di cambio automatico  l’olio assume una funzione fondamentale per la corretta lubrificazione di tutte le componenti.

L’olio, quindi, deve rispettare determinate caratteristiche relative alla formulazione, alla qualità, alla quantità ed alle condizioni di utilizzo. Quando si sostituisce l’olio del cambio è perciò fondamentale utilizzare un olio identico a quello che si va a sostituire.

Per i cambi con convertitore di coppia è consigliato effettuare la sostituzione dell’olio ogni 80-90.000 km, mentre per i cambi con la cinghia di trasmissione CVT questa operazione deve essere effettuata ad intervalli di 60.000 km. Identico chilometraggio, infine, è consigliato per i cambi DSG con le frizioni a bagno di olio.

Cambio automatico o manuale: pro e contro

Se in passato le vetture dotate di cambio automatico venivano demonizzate perché si riteneva che aumentassero i consumi e fossero la scelta ideale per gli automobilisti meno dotati alla guida, oggi la situazione si è completamente ribaltata.

Le moderne auto dotate di cambio automatico, infatti, contribuiscono a ridurre i consumi di carburante e le emissioni di Co2. Inoltre queste vetture si rivelano molto meno stressanti da guidare nel traffico cittadino.

Trovarsi in file interminabili e non dover ripetutamente utilizzare il piede sinistro per schiacciare il pedale della frizione e percorrere pochi metri vale decisamente il maggior prezzo di acquisto.

Ultimo aspetto positivo delle vetture dotate di cambio automatico è quello di migliorare le performance di guida . Sulle auto maggiormente sportive munite di doppia frizione i passaggi di marcia avvengono in maniera quasi impercettibile evitando così che i giri motore calino troppo.

Tra gli aspetti negativi delle vetture dotate di cambio automatico, tuttavia, c’è proprio il prezzo di acquisto superiore rispetto ad un modello analogo ma privo di questo dispositivo.

In secondo luogo il costo della riparazione di un cambio automatico è davvero salato. I moderni dispositivi hanno raggiunto livelli di affidabilità notevoli, ma in caso di guasto si rischia di pagare un conto elevato.

Cambio automatico: le auto che lo utilizzano

Il cambio automatico è ormai presente su quasi tutte le automobili in commercio. Vediamo quali sono i modelli più interessanti.

Alfa Romeo Giulia

La berlina della Casa di Arese è divenuta il simbolo della rinascita del marchio grazie al ritorno alla trazione posteriore tanto invocato dagli amanti del marchio. La versione denominata Q4 , dotata di trazione integrale, è proposta con un cambio automatico ZF ad 8 rapporti che ben si sposa con la dinamica di guida sportiva della vettura.

Fiat 500X

La Fiat 500X continua a riscuotere un notevole successo sul mercato grazie ad un linea indovinata ed interni particolarmente curati e spaziosi. La versione del crossover di casa Fiat dotata di cambio automatico a doppia frizione si fa apprezzare per il grande comfort di marcia.

Smart Fortwo

La Smart Fortwo è la citycar per eccellenza grazie alle sue dimensioni compatte. Le precedenti generazioni della due posti hanno sempre peccato per la lentezza del cambio automatico, mentre l’ultima serie prevede un doppia frizione che annulla il problema e rende la Smart Fortwo particolarmente gradevole da guidare.

Citroen C3

Lo stile personale, gli interni spaziosi e le ampia possibilità di personalizzazione hanno reso la Citroen C3 una delle vetture del segmento B più apprezzate sul mercato. Le numerose motorizzazioni presenti in listino possono essere accoppiate ad un cambio automatico sequenziale a sei marce così da aumentare la godibilità della vettura.

Range Rover Evoque

La prima generazione della Range Rover Evoque ha subito colpito nel segno grazie ad un design particolarmente apprezzato ed interni estremamente curati e tecnologici. Il SUV inglese è adesso giunto alla sua seconda generazione ed offre un cambio automatico a 9 rapporti che, abbinato alla trazione integrale, si rivela la scelta ideale per godere appieno delle sue doti.

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10 12 2019
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